Le #InvasioniDigitali osservate al #Luminol

Le #InvasioniDigitali osservate al #Luminol

Bellissime le nostre chiacchierate con lei, Mafe, un pò contorte a volte ma è così che ci piacciono. Riesci a guardarti con occhi diversi, a non fermarti a pensare che non si possa fare altro e quello che già è stato fatto possa essere fatto di nuovo, ma in modo diverso.

Esistono strumenti, anche digital-tecnologici, per fare quello che facciamo, esistono ma non devono essere usati per forza, o anche si. Non è una battaglia fra i si e i no, è un confronto e una crescita.

Ma cos’è #Luminol? Ce lo spiega Mafe: “Un po’ di anni fa ho iniziato a usare la metafora del Luminol per sintetizzare la vera natura dei media digitali: come evidente se ci si ferma un attimo a pensare questi rendono visibili i comportamenti e certo non li creano, come invece pensano molti.”

Ci ritroviamo così tra le pagine del suo libro, arriviamo con l’Indipendenza, e ci piace molto, insieme a Insopportabile, amico di tante altre chiacchierate.

6) Indipendenza

“È ora di sporcarsi di fango e non di tweet”: così @insopportabile (l’’evangelista del #sardolicesimo) chiude la sua settimana di volontariato digitale per lasciare il posto a pale e carriole, che potranno dirigersi dove c’è più bisogno, smaltite le emergenze, anche grazie al suo lavoro di coordinamento delle richieste di aiuto fatto interamente via Twitter e Facebook, controllando ciascuna segnalazione e pubblicandola su una mappa. Con #AllertaMeteoSar @insopportabile e una rete di volontari hanno usato al meglio i social media colmando il vuoto digitale lasciato della protezione civile e con il supporto concreto della Regione Sardegna che mette a disposizione i dati per creare una mappa efficace . È solo uno dei tanti esempi di coordinamento dal basso di volontari che fanno quello che ci si aspetterebbe dalle istituzioni, ma senza polemica; come dice la scrittrice e candidata alle elezioni regionali Michela Murgia:

“Non importa se chi lo doveva fare non lo ha fatto: importa solo che servisse farlo e che noi lo abbiamo fatto”

Così scrive Gianluigi (@insopportabile) appena ha un attimo di calma:

Ma dopo due giorni passati a contare morti e tirare dritto per dare aiuto oggi ho capito cosa significa veramente il #sardolicesimo. Sono quelle persone che insieme, senza essersi mai viste e conosciute oppure magari detestandosi profondamente questi problemi si mettono a risolverli, insieme. Sono io e mille e mille altre persone mai viste, attaccate ad una catena digitale che sentono di far parte di un qualcosa di importante e dimostrano che la loro presenza è tangibile, per quanto in bit.

È un po’ lo stesso spirito che anima le #InvasioniDigitali, a dimostrazione del fatto che siamo capaci di stringerci e lavorare per un obiettivo anche se non ci sono vite da salvare, ma passioni da raccontare. Se per le istituzioni è impossibile raccontare con passione, energia e spontaneità tutti i luoghi del cuore italiani – musei, monumenti, piazze – facciamolo noi: così nelle intenzioni di Fabrizio Todisco e Marianna Marcucci, così nei fatti, per due edizioni: migliaia di foto, decine di migliaia di tweet, milioni di persone raggiunte dalla bellezza e dall’amore dei cittadini per questa bellezza. Il Manifesto delle Invasioni Digitali, tra le altre cose, dice:

Crediamo in nuove forme di conversazione e divulgazione del patrimonio artistico non più autoritarie, conservatrici, ma aperte, libere, accoglienti e innovative.
Il bello è che gli invasori non hanno chiesto a qualcuno di mettere in pratica tutto questo, l’hanno fatto: senza finanziamenti, senza clamori, chiedendo il permesso, museo per museo, di entrare (spesso pagando il biglietto), di scattare foto, di occupare uno spazio che è di tutti per farlo conoscere a più persone possibile.

Analizzate con l’aiuto del #Luminol le Invasioni Digitali ci dicono che le reti di persone capaci di organizzarsi da sole raggiungono obiettivi impensabili e infatti da molti impensati. Mentre in tutta Italia la stragrande maggioranza degli operatori turistici aspettano che qualcuno si muova i cittadini si sono dati una mossa, spesso lottando (e vincendo) contro la burocrazia.

Se volete sapere come va a finire la storia prendete il #Luminol ma vi diciamo già che l’assassino non è il maggiordomo. 🙂