#InvasioniDigitali 3D – un esempio di crowdsourcing da replicare

#InvasioniDigitali 3D – un esempio di crowdsourcing da replicare

di Elisa Bonacini, Cettina Santagati

#InvasioniDigitali si è sempre più affermato come un progetto bottom-up unico nel suo genere per la sua scala, l’interattività, la novità e gli effetti ottenuti sulla comunicazione culturale digitale. Lo attestano i numeri: oltre 1.200 invasioni organizzate nelle tre edizioni precedenti e circa 40.000 coinvolte in tutta Italia, ma anche in Europa e all’estero; quasi 39.000 immagini pubblicate su Instagram e 85.000 tweet con il tag #invasionidigitali e migliaia di altri con gli hashtag di ogni invasione.

#InvasioniDigitali è stata subito riconosciuta come una best practice nel coinvolgimento degli utenti e nella partecipazione attiva alla co-creazione, condivisione e diffusione di valori culturali e contenuti e nell’inclusione culturale digitale.

Nell’edizione 2015, in Sicilia (regione nella quale, con un totale di 126 invasioni in tre edizioni, le #InvasioniDigitali sono diventate un appuntamento importante per le istituzioni culturali, sin dal 2013 patrocinate dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana) si sono organizzati due eventi in cui le #Invasioniprogrammate si sono trasformate in casi di studio per l’acquisizione di dati 3D.

Abbiamo proposto un innovativo esperimento educativo, coinvolgendo studenti provenienti da corsi di Ingegneria delle Università di Palermo (prof. Laura Inzerillo) e Catania (prof . Cettina Santagati).

(Bonacini et alii 2015)

Dopo due workshop introduttivi, necessari per avvicinare gli studenti al significato del progetto e al suo impatto sociale, le invasioni sono state organizzate nel Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo e nel Parco Archeologico e Naturalistico di Santa Venera al Pozzo a Acicatena (nei pressi di Catania).

L’invasione al Museo Salinas, uno dei più importanti musei archeologici e il più antico museo pubblico in Sicilia, ancora – per poco – chiuso per restauri, si è concentrato sulla mostra “Like – Restauro e scatti. Il volto inedito del Salinas”, una selezione di reperti archeologici recentemente restaurati.

L’area di Santa Venera al Pozzo è stata un importante centro rurale di culto e termale in età greca e romana.

Un totale di circa 50 studenti, attraverso appositi set di dati acquisiti dalle immagini scattate con fotocamere, smartphone e tablet, ha prodotto modelli 3D dei reperti e dei manufatti architettonici utilizzando tecniche Struction from Motion.

Questo approccio sperimentale è stato progettato per creare nuove esperienze durante le visite culturali, che consentano ai visitatori di essere personalmente coinvolti in un processo specifico per creare degli user generated content dal grande valore culturale.

I risultati di questa esperienza sono stati analizzati attraverso un questionario finale: abbiamo voluto analizzare la risposta degli studenti in merito all’impatto di questa esperienza, in termini di creatività, senso di identità e appartenenza al patrimonio culturale, al rapporto instaurato tra il patrimonio culturale e la sua riproduzione digitale e al rapporto fra la comunicazione e e divulgazione culturale e i social media.

Qui vi presentiamo brevemente alcuni risultati e considerazioni.

Partecipanti al questionario: 31

19 donne, 12 uomini

Età media: 24 anni

Quante volte sei stato/a in un museo, sito archeologico?
26% poche visite museali

Quante volte sei stato in un museo/a, sito archeologico all’estero?
52% ha visitato almeno 10 musei all’estero

E’ la prima volta che fotografi un’opera d’arte, reperto archeologico all’interno di un museo, sito archeologico?

Conoscevi, prima della partecipazione a questa iniziativa, il progetto #invasionidigitali?

Ritieni sia un progetto utile al fine di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale?

SI: 100%

Indicare le motivazioni del SI o del NO precedentemente indicati:

–        sicuramente questo progetto può consentire di aumentare la visibilità del patrimonio culturale. Inoltre può dare la possibilità, a tutte quelle persone che non possono godere direttamente del patrimonio culturale, di avvicinarsi (anche se solo in maniera digitale) ad esso … (M-invasione santa Venera)

–        È utile per far conoscere luoghi di interesse culturale a chi non è solito frequentarli, e anche a conoscere luoghi interessanti che si trovano vicini a noi, ma che prima non si conoscevano. (F- invasione Santa Venera)

–        Perché i social aiutano la comunicazione, soprattutto fra i giovani (F-Salinas)

–        Perché il fruitore non è più un visitatore passivo ma partecipe alla vita del museo stesso (F- invasione Santa Venera).

–        Vista la realtà in cui ci troviamo caratterizzata dai social, penso che questo sia un ottimo modo per divulgare la cultura ed il nostro patrimonio culturale. (M- invasione Santa Venera).

–        Ritengo che sia utile per permettere meglio la diffusione della cultura in un mondo in cui la tecnologia è ormai al centro delle nostre vite. Anche se ritengo che sia impossibile catturare quell’emozione che si prova soltanto avendo l’opera d’arte davanti. (F- invasione Salinas).

–        Permette una maggiore divulgazione dell’opera e promuove la diffusione della cultura (M- invasione Salinas).

È la prima volta che realizzi un modello 3D di un’opera d’arte, monumento, reperto archeologico con l’uso delle tecniche di image based modeling?

Fotografare un’opera d’arte, monumento, reperto archeologico ti ha trasmesso emozione?

Si: 84%   NO:16%

Ti sei chiesto/a quale fosse il valore culturale dell’opera?

SI: 32%   NO: 68%

Ti sei chiesto/a a quale periodo storico risalisse l’opera?

SI: 97%   NO:3%

Ti sei chiesto se l’uso del flash avrebbe potuto danneggiare l’opera?

Si: 74%               NO:26%

Quando hai visto il modello generato dalle tue fotografie hai provato emozione?

SI: 90%               NO:10%

Secondo te il modello 3D era sufficientemente fedele all’opera d’arte, monumento, reperto archeologico?

SI: 48%   NO: 36%     Forse: 16%

Secondo te la diffusione in rete del modello 3D che simula l’opera d’arte, un monumento, un reperto archeologico può invogliare il fruitore a recarsi al museo?

SI: 90%   Forse: 10%

Indicare le motivazioni del SI o del NO precedentemente indicati:

–        Il modello 3d non sarà mai la realtà: non trasmette le stesse emozioni (M- Invasione Santa Venera)

–        Osservare un modellino 3D in rete è come vedere un film, recarsi in un museo è come leggerne il libro, bisogna leggere il libro se si vuole vivere la storia (F-Invasione Santa Venera)

–        Si riesce a suscitare maggiore interesse (F-invasione Salinas)

–        Invoglia il fruitore nel momento in cui il fruitore stesso contribuisce con le proprie foto alla realizzazione del modellino 3d (F-Invasione Santa Venera)

–        È un’esperienza divertente oltre che stimolante (F-Invasione Santa Venera)

–        I fruitori potrebbero essere invogliati a recarsi al museo per vedere l’opera reale e confrontarla con il modello che hanno visto in rete (F-Invasione Santa Venera)

–        Perché vedere realmente un oggetto dà sempre una maggiore emozione rispetto a quando viene visto in 3D (M –Invasione Santa Venera)

–        Perché il modellino 3d può suscitare curiosità (M –Invasione Santa Venera)

–        Riuscire a riprodurre un modello 3D attraverso tecniche di questo tipo consente di poter comprendere meglio l’opera d’arte nelle sue 3 dimensioni, non come una semplice foto in 2D e questo può invogliare ancora di più la gente ad andare a visitare l’oggetto riprodotto dal vivo (M –Invasione Santa Venera)

–        L’uomo è curioso, ma è anche pigro. Tutto dipende da cosa prevale, se la curiosità o la pigrizia. Vedere un oggetto nella sua interezza tridimensionale potrebbe suscitare curiosità ed indurre l’uomo ad andare a visitarlo, toccarlo con mano, oppure potrebbe soddisfare il suo desiderio di conoscenza ed allontanare l’uomo pigro dal museo o sito archeologico che sia (F-Invasione Santa Venera)

–        Il modello 3d è semplicemente uno strumento utile a “pubblicizzare” il monumento, per far venire a conoscenza il fruitore dell’esistenza dello stesso ed incuriosirlo al punto da invogliarlo a visitarlo di persona (F-Invasione Santa Venera)

–        Penso che avere un anteprima, magari anche parziale, delle opere presenti in un museo possa essere una buona pubblicità per quest’ultimo (F-invasione Salinas)

–        La visione di un’opera d’arte dal vivo è differente dalla visione attraverso una foto. Se attraverso una foto si è provata un’emozione per un’opera, ne consegue spontanea la voglia di vedere dal vivo (M-invasione Salinas)

–        Si perché il fruitore guardando l’opera d’arte in rete viene affascinato e quindi invogliato a vedere il reperto di presenza (F-invasione Salinas)

–        La realizzazione in 3D di un’opera d’arte permette di avere un’altra visione più interessante e più accurata, con un effetto visivo più gradevole e maggiormente fedele alla realtà ,può invogliare l’osservatore ad andare a guardare l’opera personalmente (M-invasione Salinas)

Sei solito/a condividere immagini di opere d’arte, monumenti, reperti archeologici sui tuoi profili sui social network?

Se SI, con quale scopo condividi immagini di opere d’arte, monumenti, reperti archeologici sui tuoi profili sui social network?

Pensi che i social network possano costituire una piattaforma utile a far conoscere e valorizzare il patrimonio culturale?

Indicare le motivazioni del SI o del NO precedentemente indicati:

–        Ormai tutti dispongono di almeno un Social Network. È il metodo più rapido e secondo me più efficace.

–        I social network sono oggi l’equivalente della piazza.. e quindi anche il sistema migliore per far conoscere ai possibili fruitori l’esistenza di tali siti.

–        I social media ormai fanno parte della nostra vita. Tutti ormai ne fanno uso ogni giorno e quindi secondo me rappresenta l’unico modo per poter divulgare notizie e informazioni.

–        Perché sono visibili e alla portata di tutti

–        Si perché permettono a tutti di venire a conoscenza dei reperti culturali in modo piacevole

–        Perché vedendo delle foto che piacciono all’utente del social network può essere invogliato ad andare a vedere le opere di presenza

–        Visto il largo uso di social network potrebbe essere una buona piattaforma di valorizzazione.Le condivisioni , l’uso degli hashtag facilitano la divulgazione.

–        Perché oggi i social network rappresentano il mezzo di comunicazione più diffuso, in particolare tra i giovani.

–        Penso che i Social network ormai siano al centro della comunicazione, sia essa riguardante notizie, libri, arte o altro.

–        Perché sono mezzi vicini ai giovani e che consentono i contatti tra persone di tutto il mondo

–        Sì perché il loro utilizzo è diffuso a livello globale e rappresentano un ottimo mezzo di comunicazione

–        diffondono più velocemente le informazioni

–        Sono alla portata di tutti

–        Lo scambio di informazioni è facile e veloce

–        I social in quanto mezzi principali della comunicazione possono e devono assumere il ruolo di divulgatori della cultura e conoscenza dei luoghi ai più ignoti.

–        I social sono i più potenti mezzi di comunicazione, quelli di cui nessuno riesce a fare a meno

–        In questo periodo, in cui praticamente chiunque ha un profilo su un qualsiasi social network, la diffusione di qualsiasi notizia è sostanzialmente istantanea.

–        Perché spesso i social network vengono usati in modo improprio, invece in questo modo si fa un uso intelligente dello strumento per diffondere la cultura

Sei solito/a condividere immagini di opere d’arte, monumenti, reperti archeologici sui tuoi profili sui social network?

SI: 55%   NO: 36%     A volte: 9%

Quali di questi social utilizzi con frequenza di almeno una volta al giorno?

Su quali social network hai un profilo?

Facebook: 24        Youtube: 4       Instagram: 6

Twitter: 1    Google +: 2    Villaggio musicale: 1

 

Gli studenti dell’Università di Palermo hanno dimostrato un profondo interesse nella restituzione 3D delle opere d’arte e tutti si sono rivelati concordi che rendere i modelli 3D liberamente disponibili e accessibili fosse una strategia fondamentale per stimolare la gente a visitare il museo. Per molti degli studenti, i modelli 3D si sono rivelati più interessanti rispetto alle reali opere d’arte, per le possibilità di analisi e indagine più ravvicinata che il modello può consentire.

La maggior parte degli studenti dell’Università di Catania ha dichiarato di avere vissuto un’esperienza coinvolgente, perché per la prima volta nella loro vita hanno creato un contenuto culturale durante la visita a un museo.; la creazione di un modello 3D ha consentito loro di avvicinarsi criticamente alla valutazione dell’impatto e delle possibilità fornite dalle tecnologie 3D per la visita ad un sito culturale.

Soprattutto gli studenti hanno compreso l’importanza della disseminazione di informazioni e conoscenza che, nel settore della comunicazione culturale, svolgono ormai i social media.

Con questo tipo di esperimento didattico bottom-up di acquisizione 3D, le #InvasioniDigitali in Sicilia si sono aperte una nuova fase, che vogliamo ripetere su scala più ampia.

Questo è il primo passo per dimostrare come queste tecnologie, di facile accesso, possano consentire di vivere un sito culturale in un modo non passivo, ma attivo, e come la conoscenza possa essere un processo di creazione e non solo di pura trasmissione di contenuti e valori culturali.

Infine, questi modelli 3D sono stati forniti alle amministrazioni pubbliche coinvolte che, secondo il paradigma di open access, li possono condividere su siti web e social media, come ha fatto il Museo Salinas con questo video

https: // www. youtube.com/watch?v=EdsTiWTn_xo